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"Un caso internazionale, ma tipicamente e tristemente italiano. Dietro l'ipocrisia dell'unanimità dell'invocazione 'riportiamo a casa i Marò', comportamenti assurdi e sospetti, responsabilità eluse, contrapposizione di atteggiamenti di chi avrebbe dovuto riaffermare i diritti e difendere gli interessi del nostro Paese, l'onore dei suoi Soldati, la vita e la libertà di queste vittime dell'accanimento irragionevole di un altro Paese che dovrebbe esserci amico. L'autore si sofferma in particolare sullo sconcertante episodio della revoca, all'ultimo momento, della decisione adottata in apparente unanimità dal Governo Monti di opporsi al rientro in India di Latorre e Girone in "licenza" in Italia per le elezioni del febbraio 2013, dopo che erano stati ricevuti al Quirinale da Napolitano e additati alla riconoscenza della Nazione. Un autentico tradimento... l'ombra delle interferenze di un affarismo internazionale grava sulle incongruenze dei Governi che si sono succeduti senza riuscire a stabilire almeno una linea chiara per la soluzione del 'caso dei Marò', che pare si stia avviando verso una conclusione umiliante".